A pochi giorni dal suo arrivo a Broni, abbiamo ascoltato Mia Masic, la nuova straniera della Costruzioni Italia che ci parla della sua prima partita con i colori biancorossi, della sua esperienza in Spagna e di tanto altro.

 

«Le compagne sono state molto d’aiuto fin dal primo giorno, mi hanno subito voluto dare un mano ad entrare nei meccanismi del gioco. Ho fatto solo 3 allenamenti prima dell’esordio a San Martino di Lupari, sono scesa in campo con grande voglia di fare bene. È stato un match intenso, tosto: gli arbitri non hanno fischiato tantissimo, quindi fisicamente è stato difficile. Devo dire che alla fine, anche se abbiamo perso, ho notato dei particolari che sicuramente con il tempo potremo migliorare, quindi sono fiduciosa per il domani. Sono convinta che possiamo crescere nel gioco, leggendo al meglio le situazioni e ognuna ha le sue caratteristiche individuali, se le mettiamo insieme possiamo fare delle belle cose. A Salamanca il livello è molto alto perché è una squadra d’Eurolega, in cui si confrontano 12 giocatrici di altissimo profilo, il coach è preparatissimo e prontissimo sul piano tattico; insomma trovare spazio non è semplice. Sono contenta perché è stata un’esperienza utile. Ad agosto ho avuto il Covid, quindi in Spagna non sono arrivata fisicamente al top, dunque settembre è stato difficile. Devo dire che ho imparato molto, ogni allenamento richiede la massima concentrazione. Poi ho conosciuto delle ragazze di Wnba, campionesse che hanno partecipato alle Olimpiadi, vinto campionati e medaglie, ma dimostrano grande umanità, sono ragazze con i piedi per terra: chiunque arrivi la trattano come se fosse a casa. Questa è una cosa che apprezzo tanto. Non ho problemi perché Broni è piccola, mi importa giocare bene e stare bene nella squadra. Ho giocato un paio di partite a Broni, mi ricordo di un pubblico molto caldo, non è facile vincere al PalaBrera. Sono felice di giocare in casa la prossima. Contro Empoli è importante, ma ogni partita deve essere importante, il campionato sta dimostrando che tutto è possibile».

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