La Logiman Broni inizia la seconda settimana di lavoro, che la porterà alla prima uscita stagionale, in programma domenica 4 settembre al PalaBrera (palla a due alle 18) contro l’Acetum Cavezzo, formazione della serie B emiliana, guidata in panchina dall’ex Broni Gigi Piatti. Le ragazze di coach Michael Magagnoli stanno facendo gruppo. «Vedo il grande impegno che ci sta mettendo tutto lo staff – spiega l’ala Giulia Manzotti, 29 anni – sono molto felice di sentire la voglia che hanno loro di fare bene, di costruire nuovamente un volto positivo di Broni. Sono felice che abbiano pensato anche a me per iniziare questo percorso, che sicuramente sarà lungo e difficile». L’ex Faenza vede la formazione oltrepadana come un punto di riferimento: «È un punto fisso della pallacanestro femminile italiana – aggiunge – è sempre stata una società importante, capace di fare ottime cose, poi che dire dei Viking, tifosi pazzeschi, li conoscono veramente in ogni angolo della Penisola. Poi da parte mia c’è veramente molta voglia di rinascita, di divertirmi molto e sono convinta che anche le mie compagne, lo staff abbiano voglia di divertirsi. Speriamo che si mixi bene tutto». Manzotti ritrova a Broni la sua ex compagna in Romagna, la pivot svedese Amanda Cecilia Kantzy: «Sono diversi anni che giro, quindi sono abituata a trovarmi da sola in situazioni e contesti molto diversi tra di loro – continua – ma ovviamente avere Amanda vicino sia sul parquet che al di fuori, penso che sia una cosa fantastica, perché è una buonissima giocatrice, ma anche una bravissima ragazza. Comunque debbo dire che anche tutte le altre compagne sono carine e alla mano, è stato sufficiente parlarci una decina di minuti per capire che si potrà creare un bel gruppo». Manzotti partirà, con ogni probabilità, nel quintetto titolare: «Mi piace fare un po’ tutto in campo – dice – mi piace in particolare tirare e segnare, ma sono anche felice per un bel passaggio, per una bella lettura della giocata, ma anche seguire le compagne dalla panchina, incoraggiarle, non mi dispiace. Il basket mi piace a 360 gradi, non c’è qualcosa in particolare». Naturale quando è lo sport di famiglia: «La passione è arrivata fin da piccola, perché i miei genitori si sono conosciuti su un campo da basket, mio papà era un giocatore di serie A (anni ’80), dove è rimasto quasi 10 stagioni; mentre mia mamma è stata a lungo in serie B. C’è una foto di lei con il pancione in mezzo al campo. Quindi è veramente una passione, direi quasi un’eredità che mi hanno trasmesso». Giulia si sta adattando: «Broni è veramente piccolina, però questo la avvantaggia a livello di seguito, perché tante persone si appassionano alla palla a spicchi e chiedono della squadra. Speriamo che tante altre si avvicinino al PalaBrera per le nostre partite: sarebbe bello».

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