In esclusiva per il Popolo Biancoverde le prime parole dell’ala – guardia americana Jaime Nared.
Ciao Jaime. Sono passate due settimane dal tuo arrivo a Broni. Come ti trovi?
“È stato semplice ambientarsi perché le mie nuove compagne di squadra e coach Alessandro Fontana mi hanno aiutata. Anche Broni è stata molto affettuosa nei miei confronti, dunque anche da questo punto di vista è stato semplice adeguarsi ad una realtà diversa”.
Come hai vissuto il passaggio da una città come Las Vegas alla piccola Broni?
“Ovviamente è molto diverso – risponde sorridendo – a Las Vegas ci sono confusione, luci; mentre Broni è più tradizionale, più antica direi, ma il cibo è veramente molto buono, le persone sono molto affettuose e sembra sia una grande famiglia, dove tutti si aiutano e si conoscono”.
Hai parlato del cibo. Hai già un piatto preferito?
“Sicuramente la pizza, che ho mangiato anche in queste sere”.
Hai già giocato due partite, come è stato l’impatto?
“È diverso rispetto alle precedenti esperienze ed è qualcosa di nuovo, sono cose che dovrò imparare lentamente”.
Cosa ti aspetti?
“È la mia seconda stagione fuori dagli Stati Uniti, ovviamente ogni squadra nella quale sono stata voleva vincere, quindi anche a Broni spero di vincere”.
Manca una settimana all’opening day. Sei impaziente di giocare?
“Mi sento pronta, sono molto carica”.
Una parola sul pubblico…
“In Israele giocavo in una squadra molto seguita, nella coppa ci sostenevano 6-700 persone. Sono abituata quindi a giocare di fronte ad un pubblico caldo”.– Un grazie particolare alla nostra Greta Miccoli che ci si è occupata della traduzione.
Ciao Jaime. Sono passate due settimane dal tuo arrivo a Broni. Come ti trovi?
“È stato semplice ambientarsi perché le mie nuove compagne di squadra e coach Alessandro Fontana mi hanno aiutata. Anche Broni è stata molto affettuosa nei miei confronti, dunque anche da questo punto di vista è stato semplice adeguarsi ad una realtà diversa”.
Come hai vissuto il passaggio da una città come Las Vegas alla piccola Broni?
“Ovviamente è molto diverso – risponde sorridendo – a Las Vegas ci sono confusione, luci; mentre Broni è più tradizionale, più antica direi, ma il cibo è veramente molto buono, le persone sono molto affettuose e sembra sia una grande famiglia, dove tutti si aiutano e si conoscono”.
Hai parlato del cibo. Hai già un piatto preferito?
“Sicuramente la pizza, che ho mangiato anche in queste sere”.
Hai già giocato due partite, come è stato l’impatto?
“È diverso rispetto alle precedenti esperienze ed è qualcosa di nuovo, sono cose che dovrò imparare lentamente”.
Cosa ti aspetti?
“È la mia seconda stagione fuori dagli Stati Uniti, ovviamente ogni squadra nella quale sono stata voleva vincere, quindi anche a Broni spero di vincere”.
Manca una settimana all’opening day. Sei impaziente di giocare?
“Mi sento pronta, sono molto carica”.
Una parola sul pubblico…
“In Israele giocavo in una squadra molto seguita, nella coppa ci sostenevano 6-700 persone. Sono abituata quindi a giocare di fronte ad un pubblico caldo”.– Un grazie particolare alla nostra Greta Miccoli che ci si è occupata della traduzione.