La Pallacanestro Femminile Broni 93 è lieta di annunciare la prima conferma: Elena Castello, ala-pivot, 22 anni, alla sua quarta stagione con la maglia biancoverde. All’inizio dell’anno è stata veramente sfortunata: a gennaio era rientrata, in seguito all’infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro, ma dopo appena sei giornate il campionato è stato interrotto dal Coronavirus. “Sono la più “vecchia” per così dire. – scherza Elena – Sono rimasta perché ho un conto in sospeso con la passata stagione, perché avevo ripreso alla prima di ritorno, ma poi con l’epidemia si è fermato tutto dopo poche partite. Ero tornata in campo a Bologna, mentre l’ultima partita l’ho giocata a Schio, a porte chiuse, in un clima molto particolare. Sinceramente non me lo sarei mai aspettato di finire così, ma è stato giusto fermarsi. Sono convinta che la prossima stagione sarà sicuramente meglio di quella appena conclusa. Volevo dunque riscattarmi con la maglia di Broni, poi coach Alessandro Fontana crede in me, ci siamo sentiti diverse volte, quindi anche questo ero un punto a favore”. Elena, nonostante il lockdown, ha lavorato moltissimo: “Voglio migliorare molto perché devo ancora trovare la forma, le giuste sensazioni sul campo, tutti i movimenti, quindi sentirmi anzitutto bene con me stessa, poi il resto sono convinta che verrà”. Una novità: “Giocherò con il numero 9 perché è lo stesso numero che avevano mio papà e mio fratello. Non avevo avuto mai occasione di utilizzarlo perché l’avevano altre giocatrici”. Sta prendendo dunque forma il progetto di coach Alessandro Fontana e dalla dirigenza oltrepadana: “La connotazione della squadra è molto chiara. – spiega il gm Luca Corbelli – Una squadra giovane che con caparbietà, grinta e lavoro spingerà sul campo per fare il meglio possibile. Devo personalmente fare i miei complimenti ad Elena perché nelle scorse ore è andata a fare i test: il suo ginocchio infortunato ha più forza di quello sano. Dunque ha dimostrato grande professionalità, lavorando nonostante abbiamo attraverso un periodo molto difficile, in cui era complicato fare qualsiasi cosa. Il messaggio è chiaro: chi resta o arriva a Broni deve lavorare. Dunque abbiamo deciso, non a caso, di partire da lei nelle presentazioni delle conferme”.